Ragazzi buffi personalità e regali perfetti

Spesso vi sarà capitato di ascoltare, dalle parole di un qualcuno a voi caro oppure dalla vostra stessa bocca, la parola ‘buffo‘. Se siete fortunati avrete assistito a frasi del tipo: ‘che ragazzo/a buffo/a!’, oppure ‘quanto sembra buffo quel bambino!’ e ancora ‘diciamo che suo figlio si comporta in modo… buffo!’.

Queste frasi, dette o pronunciate da voi e chi vi sta intorno, hanno in comune alcune caratteristiche, che ci illuminano sul concetto di buffo e sulle connotazioni che esso porta con sé. Innanzitutto, appare evidente che il termine viene associato tipicamente ai bambini, o – in ogni caso – a soggetti il cui comportamento viene considerato infantile, inappropriato, risibile.

Non a caso, spesso questo è l’appellativo che usano le maestre per ricordare ai vostri figli di comportarsi bene a scuola (‘non essere così buffo, fai il serio!’), esortandoli ad un atteggiamento più normato, più accademico e serioso.

Proprio per questo, chi viene considerato buffo da adulto, spesso è descritto come un infante: in entrambi i casi, la sostanza non cambia. Essere buffo non viene visto come un appellativo di pregio, anzi. Sembrerebbe che sia un modo per non insultare, un eufemismo al posto dei più violenti e offensivi ‘scemo’ o ‘stupido’.

Storia della buffoneria

Probabilmente, questa connotazione dispregiativa al termine buffo va ricondotta all’antica etimologia del termine: si tratta di un’estrazione abbreviata dal medioevale ‘buffone‘. L’aggettivo buffo, infatti, deriva dall’elisione di buffonesco, l’appellativo tipico dei buffoni di corte. Il termine viene coniato in epoca moderna, nel XVIII secolo. Ma la storia del personaggio buffonesco è molto più antica: già nel Medioevo era d’uso ricorrere ai buffoni negli spettacoli di corte per rendere più divertente la giornata di sovrani e proprietari terrieri; spesso si trattava di comici assoldati o al seguito di personaggi in vista che conducevano una vita di sottomissione al dominio gerarchico.

Pur vero è che nella Storia il buffone è sempre raffigurato in maniera positiva: non si trattava di banali comici asserviti, ma di una categoria sociale di artisti ben definita e inquadrata nel mestiere: non a caso esisteva nel Medioevo la corporazione dei Juculatores, assieme a quella dei Medici e degli Avvocati. Insomma, personaggi di spicco che – tuttavia – hanno assunto nel tempo una connotazione più drammatica: forse proprio per via della caduta in disuso del mestiere dell’arte. Difatti, in Toscana e nelle corti degli Estensi si hanno tracce del mestiere buffonesco solo nella prima età moderna: e spesso si trattava effettivamente di artisti e cantanti che rappresentavano le figure di storpi, nani, uomini deformi: la comicità, da sempre, si mischia con il dramma.

Proprio da queste rappresentazioni, non a caso, nasce il termine ‘grottesco’: quel misto di risata e dramma che, pur facendo ridere, risulta comunque amara ad uno sguardo successivo e approfondito. In Francia, invece, la figura del buffone di corte rimane attiva fino alla fine del XVII secolo e produce artisti che guadagnano fama e una vera e propria carica: ci sono arrivati persino alcuni nomi famosi. Non cambia, in ogni caso, il risultato che deriviamo tirando le somme: il nostro termine ‘buffo‘, inevitabilmente, è figlio di questa storia dalle connotazioni grottesche e ne mantiene tutte le caratteristiche peculiari.

Ragazzi buffi oggi: idee e regali

Torniamo a noi, dopo questo lungo salto temporale: i ragazzi buffi, o meglio quelli definiti buffi, sono spesso i ragazzi simpatici ma un po’ appartati che non hanno ancora il coraggio di mostrare il loro potenziale. Non è raro che un bambino dalle spiccate capacità comiche sia definito divertente; uno stesso bambino dalla medesima qualità e maggiore timidezza può invece risultare estremamente impacciato. Cosa significa tutto questo? Che un ragazzo ‘buffo‘ non è necessariamente da marchiare come tale: guardiamo con cautela a queste definizioni e serviamocene solo per identificare quel tipo di personalità stravagante che cattura inevitabilmente la nostra attenzione.

Dunque, se anche voi avete modo di frequentare qualche ragazzo ‘buffo’, sicuramente siete rimasti colpiti dal suo modo di fare, di ragionare e di esprimersi: non a caso, appunto, vi può risultare strano, buffo. Ebbene, cosa fare quando bisogna regalare qualcosa ad una persona del genere? Come cercare di entrare nella sua mente per non fare una gaffe e regalare qualcosa che molto probabilmente potrebbe risultare banale o scontato? In questo articolo vi forniamo di seguito alcune idee regalo per stupire anche il più buffo e particolare dei ragazzi che conoscete, regalandogli qualcosa di davvero speciale:

  • Carta igienica enigmistica: se il vostro ragazzo buffo ama spendere tempo in bagno e le lunghe riflessioni, perché non concentrarsi su un regalo semplice e geniale, ma soprattutto divertente? La carta igienica enigmistica è come un libro di soduko e parole crociate, ma lo avrai sempre a disposizione quando sarai in bagno. Un modo originale e divertente per non usare il solito telefonino nei momenti di riflessione!
  • Clessidra magnetica: non una semplice clessidra, ma una lamina di ferro che viene costantemente attratta dal magnete nascosto alla base e con le sue forme fantasiose crea delle composizioni mai viste!
  • Lattina di piselli nascondi gioielli: se il vostro amico buffo è appassionato di denaro e leggende, allora questo salva monete è il regalo perfetto. In sostanza potrete nascondere in una finta lattina di piselli tutti i beni che ritenete più preziosi: per un effetto alla Sherlock Holmes, nascondetela in mezzo ai barattoli di altri legumi della dispensa: nessuno la troverà mai!
  • Pistola cattura ragni e insetti: si tratta di un gadget davvero interessante, soprattutto per chi si dice animalista ma giustamente ha una grande paura dei ragni. Cosa fare in questo caso se ne trovate uno sul letto? Con una pistola per ragni e insetti riuscirete ad acchiappare questi animaletti e gettarli via senza far loro del male.