Cosa inquina l'aria?

Composti chimici come il PM10 e il Pm2,5, l’SO2 e l’N02 sono classificati come inquinanti dell’aria. La loro concentrazione nell’atmosfera compromette la qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno, arrecando danni all’uomo e all’ambiente.

Per scrivere questo post ci siamo avvalsi della consulenza degli esperti di FCR Filtrazione Condizionamento Riscaldamento S.r.l. prendendo in analisi alcuni tra gli inquinanti dell’aria più diffusi.

Cosa significa PM10 e PM2,5

PM è la sigla di Particulate Matter. Questo termine indica l’insieme di corpuscoli presenti in un aerosol, ovvero una miscela di particelle liquide o solide sospese in un gas. Il particolato presenta dunque una composizione particellare eterogenea. Le sostanze che lo compongono possono infatti differire molto tra loro per caratteristiche chimiche, fisiche, morfologiche e geometriche. In base all’origine delle particelle, si può inoltre parlare di:

  • Tipo primario: Se il particolato viene immesso nell’aria direttamente da una sorgente. Queste possono essere naturali (incendi boschivi, erosione del suolo, eruzione vulcanica, spray marino etc.) o antropogeniche (riscaldamento, industrie, combustione di motori nel traffico, etc.).
  • Tipo secondario: Se il particolato si forma come conseguenza di reazioni chimico-fisiche che coinvolgono molecole già presenti nell’aria. I PM dei contesti urbani sono di questo tipo per più del 50%.

La natura variabile di questo composto lo rende un inquinante dell’aria molto particolare, in quanto non riconducibile ad un singolo elemento o composto chimico. I componenti più presenti nel PM10 e Pm2,5 sono:

  • Nitrato
  • Solfato
  • Cloruro di Sodio
  • Ammoniaca
  • Carbonio
  • Polveri minerali

Per PM10 si intende la frazione di particelle raccolte tramite un sistema di selezione la cui efficienza è fissata dalla norma (UNI EN12341/2001) ed è equivalente al 50% per il diametro aerodinamico di 10 µm. Discorso analogo per il PM2,5. In concentrazioni elevate i particolati possono danneggiare il sistema respiratorio e peggiorare le malattie croniche a suo carico.

Cosa è l’SO2: biossido di zolfo

Con la formula bruta SO2 ci si riferisce al biossido di zolfo (o anidride solforosa): è un gas incolore, dall’alto potenziale irritante, derivante dall’ossidazione dello zolfo come conseguenza dei processi di combustione di sostanze quali carbone fossile, gasolio e petrolio. Tra gli inquinanti dell’aria è uno dei più pericolosi e diffusi nelle aree urbane, tant’è che il 90% è di produzione umana.

I combustibili citati vengono utilizzati infatti per alimentare la produzione industriale o provvedere al riscaldamento domestico (anche se il crescente ricorso al metano sta riducendo questo tipo di emissioni). L’SO2 deriva anche dalla lavorazione di materiali plastici o dall’incendio dei rifiuti. L’emissione dai veicoli a motore è invece sempre più ridotta, grazie al miglioramento dei combustili da trazione.

L’SO2 è un gas molto solubile in acqua. Ciò significa che viene facilmente assorbito dalle mucose del naso e della parte superiore dell’apparato respiratorio. Questo provoca un inturgidimento delle mucose, complicazioni respiratorie negli asmatici, enfisemi, aumento di muco, bronchiti e tracheiti. Il biossido di zolfo danneggia anche l’ambiente, contribuendo all’acidificazione delle piogge.

Cosa è l’NO2: biossido di azoto

Il biossido di azoto, formula bruta NO2, è un gas derivato dall’ossidazione del monossido di azoto (NO), nei processi di combustione. È un gas altamente tossico, caratterizato da un colore rosso-bruno e un odore pungente. Per via della sua origine è presente nelle aree molto trafficate, specialmente se il ricambio d’aria è scarso.

Anche in questo caso parliamo di un gas che si distingue per un impatto negativo sia sull’uomo, che sull’ambiente. Può irritare gli occhi e il sistema respiratorio, causando edemi polmonari e nei casi peggiori condurre al decesso. L’NO2 è inoltre uno dei responsabili della formazione dello smog fotochimico. A seguito di determinati processi chimici, può trasformarsi in acido nitrico e contribuire anch’esso al fenomeno delle piogge acide.

L’acidificazione delle precipitazioni ha conseguenze devastanti sull’ambiente. Se la concentrazione di composti acidi è bassa, viene rallentata la crescita delle piante, mentre concentrazioni più elevate le portano alla morte. Le piogge acide possono inoltre corrodere vari tipi di materliali, danneggiando quindi edifici e monumenti.

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