Chi è e che qualità deve possedere un traduttore

La conoscenza delle lingue è fondamentale in un mondo che è sempre più globalizzato. Fare della propria passione per le lingue straniere un mestiere è ciò che fanno i traduttori, figure sempre più richieste nel mercato del lavoro, sia nel settore privato, che in quello pubblico. Oggi diventare un traduttore è un ottimo sbocco professionale, soprattutto per chi a livello universitario ha scelto un percorso incentrato sullo studio delle lingue. In Italia la retribuzione media di un traduttore è sui 1500 euro netti al mese: un introito che ha buone prospettive di crescita e che, nel caso di una carriera affermata, può arrivare a toccare anche i 3000 euro. In questo articolo, scritto insieme agli esperti di Dotwords, analizziamo il mestiere del traduttore.

Traduttore: chi è

Il traduttore è colui che traduce un testo scritto da una lingua all’altra e a differenza dell’interprete, che si occupa di traduzioni orali, il traduttore lavora su libri, saggi, contratti, documenti, comunicati stampa. Primo passo di questo lavoro è la comprensione del testo in lingua originale: per poterlo fare al meglio è necessario conoscere vocaboli tecnici, espressioni idiomatiche e regole grammaticali. Requisito indispensabile per essere un buon traduttore è quello di conoscere perfettamente le lingue straniere: ci sono poi diversi rami di specializzazione che permettono ai traduttori di sviluppare competenze su determinati argomenti o ambiti, come quello tecnico-scientifico, medico, finanziario o pubblicitario. Il percorso universitario più adatto per svolgere questo tipo di lavoro è la laurea triennale in lingue o in Mediazione Linguistica, ma può essere sufficiente anche un diploma di liceo linguistico eventualmente supportato da corsi formativi su determinate lingue straniere. Un aiuto concreto, al di là della parte teorica, è sicuramente quello che deriva da esperienze all’estero dove si può acquisire una maggior dimestichezza con la lingua e con la cultura del paese straniero. Una buona alternativa sono anche i corsi professionalizzanti, come le scuole di interpretariato e traduzione di Trieste, Bologna e Roma. Una maggior qualifica, infine, arriva dai master che hanno piani di studio pensati appositamente per formare traduttori che possano inserirsi direttamente nel mondo del lavoro.

Che qualità deve avere un buon traduttore

Non è sufficiente saper parlare bene le lingue per essere dei buoni traduttori. Quella del traduttore è una professione ben specifica: non si tratta solo di tradurre in maniera letterale il contenuto di un documento, ma occorre comprenderne il significato, produrre un nuovo testo che ne mantenga i contenuti e che si adatti alla lingua di destinazione. I traduttori devono avere una perfetta padronanza della lingua che si traduce, che non è mai quella madrelingua. Una volta compreso il contenuto del testo originale, lo devono saper rielaborare: è necessaria una buona capacità di scrittura, che garantisca un risultato finale fluido e scorrevole, senza dare a vedere che si tratti di una traduzione. Nell’attività di traduzione non possono mancare precisione e rigore, soprattutto quando si ha a che fare con termini tecnici: un errore può compromettere l’esito di tutto il lavoro. Requisito importante è la specializzazione: competenze su terminologia e contenuto sono elementi essenziali per fare un buon lavoro. Il mestiere del traduttore si è evoluto nel tempo: oggi, ad esempio, non si usano più dizionari e tomi cartacei, ma esistono tool tecnologici e software di traduzione. Si tratta di un lavoro molto flessibile, che può essere svolto anche in smart working e ciò che non deve mai mancare è la puntualità nella consegna dei progetti, sinonimo di affidabilità e di serietà nei confronti del cliente. Dal punto di vista normativo il traduttore può essere sia un dipendente, che un libero professionista: nel primo caso, può essere assunto da una casa editrice o da un’agenzia con un regolare contratto; nel secondo dovrà aprire una partita iva ed iscriversi alla Camera di Commercio. Leggi anche l’articolo: Cosa inquina l’aria?