MASTOPLASTICA ADDITIVA E CONTRATTURA CAPSULARE: DI COSA SI TRATTA?

La mastoplastica additiva è, da anni, tra le operazioni di chirurgia plastica estetica più richiesti sia all’estero che in Italia, occupando circa il 45% degli interventi estetici. Protagoniste dell’operazione sono le donne alla ricerca di un seno più alto e voluminoso, disposte, a volte, davvero a tutto pur di sottoporsi alla procedura chirurgica.

A volte trascurando il fattore sicurezza, le pazienti scelgono infatti di risparmiare rivolgendosi a chirurghi estetici che offrono la mastoplastica additiva a prezzi stracciati. Ebbene, le conseguenze di una scelta pro low cost possono essere diverse. Una tra le tante è la contrattura capsulare. Sapete di cosa si tratta?

LA CONTRATTURA CAPSULARE: COS’È?

Per ottenere un aumento del volume del nostro seno, la mastoplastica additiva richiede l’utilizzo di un dispositivo medico, meglio noto come protesi in silicone. Queste ultime vengono accuratamente inserite all’interno di una sacca situata tra i tessuti mammari e creata dal chirurgo durante l’intervento.

Ora, spieghiamo come ha origine il nostro problema di contrattura capsulare.
Il nostro impianto in silicone è caratterizzato all’esterno da un involucro siliconato solido che l’organismo può improvvisamente identificare come corpo estraneo. Quando ciò avviene, come risposta immunitaria, la protesi viene inglobata dal nostro corpo in una sorta di sacca, appunto una capsula; il suo scopo diviene quello di proteggere i tessuti circostanti. Questo involucro intorno alla protesi, generata dal nostro corpo, è costituita da cellule connettivali chiamate fibroblasti frammiste a fibre di collagene ed ha un aspetto biancastro lucido. Si tratta di un naturale processo di conservazione e protezione del nostro organismo che, nei casi più gravi e complessi, la contrattura capsulare causa uno spostamento della protesi e una deformazione del seno. La contrattura capsulare può distinguersi infatti in I, II, III o IV grado a seconda della gravità.

L’evidenza del problema può rilevarsi anche a distanza di un mese dall’intervento di mastoplastica additiva e in casi più particolari, addirittura dopo anni per diverse cause come la fuoriuscita di silicone: ma questo caso è per lo più dettato dall’utilizzo di vecchi impianti in silicone liquido e non in gel coeso.

LE ORIGINI DELLA CONTRATTURA CAPSULARE

Adesso, parlando di contrattura capsulare e mastoplastiche low cost è bene fare chiarezza e precisare il perché i due concetti siano legati tra loro.

L’origine di una contrattura capsulare può essere diversa. A volte è questione di protesi inadeguate e di scarsa qualità, a volte è il prodotto di un errore chirurgico, altre ancora è dovuta alla mancata o scorretta sterilizzazione della strumentazione chirurgica prima dell’intervento, infine può semplicemente trattarsi di sfortuna.

Relativamente alle protesi e ai rischi di contrattura capsulare, possiamo dire che abbattiamo le possibilità di incorrere nel problema se il nostro chirurgo utilizza impianti con involucro in gel texturizzato. Si tratta di protesi di ultima generazione differenti da quelle di una volta che erano spesso soggette a rischio di trasudazione del silicone, un processo che determinava inevitabilmente una reazione protettiva dell’organismo. L’infiammazione cronica del tessuto fibroso mammario a contatto con la protesi, determinava infatti la contrattura capsulare.

La scelta e l’utilizzo di impianti mammari validi, sicuri e di ultima generazione può fare la differenza.

Allo stesso modo, anche la posizione corretta della protesi può incidere o meno sulla comparsa della contrattura. Una protesi retroghiandolare o sottoghiandolare in pazienti magre con cute sottile può essere più esposta al problema mentre al contrario nel caso dell’impianto sottomuscolare o dual plane il muscolo pettorale ha un effetto di massaggio e ne riduce la probabilità di insorgenza.

Dalla qualità, al posizionamento, fino alla grandezza sbagliata dell’impianto mammario. La contrattura capsulare, può essere causato infatti anche da una protesi troppo grande che determina, a causa dei normali movimenti quotidiani, un traumatismo continuo alla capsula protesica che causa un processo infiammatorio.

Consideriamo infine l’importanza della sterilità nella procedura chirurgica di mastoplastica additiva, la riduzione dei tempi di permanenza del drenaggio nonché la regolare assunzione di antibiotici. Quei protocolli chirurgici che riducono i rischi di contrattura capsulare.

Bando dunque agli interventi di aumento del seno low cost! il basso costo è dato dalla rinuncia ad elementi chiave per la buona riuscita di un intervento estetico.  Le conseguenze di un risparmio possono essere dietro l’angolo.